1926: Veduta aerea del Littoriale realizzata a cura del Ministero dell’Aereonautica.

 

“Littoriale”, “Comunale”, “Dall’Ara”, tre nomi per identificare un solo impianto: lo STADIO di Bologna.

Questo impianto è stato il quarto, e sino ad ora l’attuale, campo ufficiale della storia del Bologna F.C.. Prima di lui i precedenti furono i Prati di Caprara, la Cesoia e lo Sterlino.

Ad inizio 1925 Leandro Arpinati, segretario federale del Fascio di Bologna, lanciava una sottoscrizione pubblica per reperire i fondi necessari alla costruzione di un grande impianto polisportivo. Chiese alle aziende bolognesi di ogni settore un versamento “volontario” di almeno 1000 lire; inoltre ottenne dal governo 1 milione di lire, mentre il PNF (Partito nazionale fascista) ne devolse la bellezza di 3 milioni. Per dovere di cronaca va ricordato che il Municipio di Bologna non fu minimamente coinvolto nel progetto.

Trovati i “contanti”, il 12 giugno 1925 il re Vittorio Emanuele III, posò la prima pietra dell’impianto.

Le cifre ufficiali raccontano della grandiosità dell’opera per i tempi: duemila tonnellate di cemento, mille di ferro, quattromila quintali di calce e quattromila mattoni. L’intero agglomerato comprendeva, oltre allo stadio, una piscina coperta e una scoperta, quattro campi da tennis e l’antistadio, con pista di atletica e campo di calcio da allenamento, su un totale di 125mila metri quadri.

L’inaugurazione dell’opera, realizzata a tempi di record, avvenne, quando peraltro ancora non era ultimata, il 31 ottobre 1926, tre giorni dopo il quarto anniversario della marcia su Roma.

Una cerimonia che passò alla storia perché nell’ambito della giornata “bolognese” di Mussolini, avviata con l’ingresso a cavallo nello stadio con l’uniforme di generale della milizia, lo inaugurò, con un solenne discorso, davanti a oltre centomila persone (dati tratti dalla stampa dell’epoca) della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e delle autorità cittadine. Va ricordato che la cerimonia di inaugurazione del Littoriale si tenne a lavori non ancora ultimati. Le foto ufficiali, logicamente, non mostrarono le parti incomplete.

Nel pomeriggio nel centro cittadino si verificò un attentato alla persona del Duce, con un colpo di pistola contro la sua auto, per il quale un giovinetto di 15 anni, Anteo Zamboni, individuato come autore, veniva linciato a colpi di pugnale.

«Questo gigantesco Littoriale» annunciò il capo del Governo attingendo a piene mani alla retorica «raccomanderà la nostra generazione per tutti i secoli futuri».

Le caratteristiche tecniche, in particolare l’uso del calcestruzzo armato, ne facevano una delle più ardite costruzioni d’Europa. L’impianto polisportivo, oltre allo stadio dotato di pista per l’atletica, ospitava campi di tennis e due piscine.

Quella coperta, la prima in Italia, riscaldata d’inverno, e la grande piscina scoperta, ambedue avevano pochi eguali nell’Italia dell’epoca. Il progetto del grande complesso polisportivo era dell’ing. Umberto Costanzini, ingegnere capo dell’Ufficio tecnico della Casa del Fascio; un ruolo importante venne svolto anche dall’architetto Giulio Ulisse Arata, specialmente per la parte architettonica.

Il 29 maggio 1927, con la disputa di un incontro amichevole fra le nazionali di Italia e Spagna lo Stadio, denominato “Littoriale”, venne inaugurato ufficialmente. Gli azzurri (vedi foto sotto) si imposero per 2-0 alle Furie Rosse, tra cui giocava in porta Ricardo Zamora.

La rappresentativa dell’Italia

 

Ecco il tabellino della partita:

ITALIA-SPAGNA 2-0

Reti: 31 Baloncieri, 50’ aut. Prats.

ITALIA: Gianni (Bologna) 1, Bellini (Inter) 6, Caligaris (Casale) 26, Genovesi

(Bologna) 6, Bernardini (Inter) 12, Giordani (Bologna) 1, Munerati (Juventus) 2,

Baloncieri (Torino) 29 (cap.), Libonatti (Torino) 5, Della Valle (Bologna) 16, Levratto

(Genoa) 15. Ct: Rangone.

SPAGNA: Zamora, A. Olaso, Zaldua, Prats, Gamborena, Peña, Sagarzazu, L.

Regueiro, Yermo, Echeveste, L. Olaso. Commissione tecnica.

Arbitro: Rous (Inghilterra).

Il Bologna F.C. ne entra in possesso pochi giorni dopo, in occasione della sesta partita del girone finale del Campionato Divisione Nazionale, Lega Nord il 6 giugno 1927 ospitando il Genoa e centrando la sua prima vittoria.

Ecco il tabellino della partita:

BOLOGNA-GENOA 1-0

Rete:  Martelli I 65’.

BOLOGNA:   Gianni, Borgato, Gasperi, Genovesi, Baldi, Giordani, Martelli I, Pozzi, Della Valle III, Perin, Muzzioli. – All. Felsner.

GENOA: De Prà, Moruzzi, De Vecchi, Barbieri, Burlando, Ferro, Gastaldi, Valentino,

Levratto, Narizzano, Rosso. – All. Garbutt.

Arbitro:  Asei di Torino

Il gol di Martelli in Bologna – Genoa

 

Il 27 ottobre 1929   l’impianto fu completato con l’inaugurazione della torre di Maratona, progettata da Giulio Ulisse Arata. Alta 42 metri, con una base quadrata di 42 metri per lato, aveva in cima al pennone una Vittoria alata con fascio littorio, opera dello scultore Giuseppe Graziosi, scultore modenese e professore all’Accademia di Firenze. Ai piedi della torre venne collocata una gigantesca statua equestre di Benito Mussolini, anch’essa opera di Giuseppe Graziosi.

Poco meno di un anno dopo il Bologna giocava la sua prima partita notturna in Italia: il 19 giugno 1930 veniva sperimentato l’impianto di illuminazione all’avanguardia dello stadio Littoriale con l’amichevole Bologna-Casale (incasso a beneficio del Cimitero Monumentale del Grappa). In occasione della trentatreesima giornata di Serie A il 5 giugno 1932, al Littoriale, venne giocata la prima notturna in assoluto del campionato italiano; i rossoblù ospitavano ancora il Casale e si aggiudicarono la contesa per 4 a 2

L’ultima partita ufficiale disputata con il nome di Littoriale fu giocata il 25 aprile 1943, ultimo turno della Serie A: Bologna-Liguria 3-3.

Con la ripresa postbellica l’impianto venne ribattezzato Comunale. La prima partita giocata allo stadio col nuovo nome fu il derby con il Modena: era il 14 ottobre 1945, prima giornata della Serie A (per la precisione del Campionato Alta Italia); la partita finì 2-2. L’ultima con questa denominazione fu invece Bologna- Brescia 2-0 del 20 maggio 1984, trentaduesima giornata della Serie C.

​Due settimane dopo, il 3 giugno 1984, in occasione del ventennale della scomparsa di Renato Dall’Ara, prima della partita Bologna-Trento 1-0 (con rete di Facchini che avrebbe sancito il pronto ritorno in Serie B), l’impianto veniva intitolato alla memoria del mitico presidente, con la collocazione di un busto realizzato da uno scultore d’eccezione, l’ex calciatore rossoblù Paolo Todeschini.

Lo stadio sarebbe stato poi profondamente ristrutturato in vista dei Mondiali del 1990, con interventi peraltro condizionati al vincolo che la Sovraintendenza delle Belle Arti fissò sull’impianto, considerato monumento nazionale.

 

ph dalla “Collezione Luca e Lamberto Bertozzi”

 

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