Hidely alza le braccia sotto lo guardo di Hart  – foto eurosport

 

Lo Stelvio doveva decidere e lo Stelvio ha deciso.

Non chi vince, ma chi non vince.

Sembra una frase da prime tappe ma siamo all’ultima settimana e alla quartultima tappa, non certo alle prime, sicuramente questa Pinzolo-Laghi di Cancano è stata la prima combattuta e che ha lasciato attaccati allo schermo chi poteva godersi la meraviglia alpina dell’autunno tra l’Alto Adige e la Valtellina.

In questo Giro si è visto poco dal punto di vista ciclistico ma i panorami che ci ha regalato il nostro fantastico paese sono stati impagabili.

Per chi come scrive ama l’autunno vederli pedalare nei colori accessi dell’autunno addolciti dalla prima neve ha acceso ancor di più la voglia di pedalare e vederli pedalare.

Finalmente qualche emozione, finalmente qualche incertezza, se un uomo può tradire, una salita non lo farà mai, lo Stelvio non ha deluso le attese e sui tornanti da Prato ai quasi 2800 metri del passo l’andatura, prima SunWeb, poi della Ineos Granadier, ha messo in fila tutti e stabilito chi è forte e chi no, chi può vincere e chi non vincerà più. Anche se nel ciclismo le certezze non esistono, mai.

Quando davanti rimangono in tre la corsa esplode, Almeida aveva già perso diversi tornanti e con la sua andatura di agile pendolino, cadenzata più dal movimento delle spalle che dal girare delle Gambe, provava a non crollare con l’aiuto e il traino di Fausto Masnada che ha corso un Giro immenso e che alla fine di questa tappa guadagnerà addirittura una posizione in classifica prendendosi il nono  posto.

L’esplosione della corsa portava alla formazione di diversi gruppetti con quello di testa unico a non sciogliersi come la neve al sole della cima.

Il forte ritmo imposto da Roahn Dennis non riusciva a far rientrare Wilco Kelderman che dal basso di un tornante di distanza guardava Teo Geoghegan Hart, e il compagno di squadra Hindley, tenere la ruota del fortissimo cronoman.

Almeida provava a reagire mentre Nibali, poco più avanti, informava via radio Slongo che i canditi erano finiti e lasciava andare il duo della Barahin Merida che dopo pochi metri si sarebbe scomposto, con Pello Bilbao che prendeva la ruota di un attivo Jakob Fulsang e lo avrebbe tenuto fino a metà dell’ultima salita, quando lo avrebbe staccato provando una rimonta svanita sul più bello.

In cima allo Stelvio non tutti riuscivano a mettersi le mantelline antivento e i manicotti tirati su erano l’unica cosa calda che potevano permettersi.

La situazione vedeva Dennis, Teo e Hindley in testa alla corsa con un vantaggio di 45 secondi su Kelderman, un minuto e venti su Bilbao e Fulsang, un minuto e quaranta su Nibali e più di due minuti sulla maglia rosa Almeida.

Wilco Kelderman a quasi trenta anni non ha vinto granché in carriera e mai una gara World Tour, ora in questo anno pandemico che rimarrà nella storia, ha davanti a sé la possibilità di vincere il Giro d’Italia.

Solo, prima in salita lungo il capolavoro di ingegneria stradale verso il passo, poi nel gelo verso Bormio, vede allontanarsi i tre davanti rimanendo lucido e gestendo le sue forze con grande saggezza. In fondo alla velocissima discesa vedeva il suo ritardo dilatarsi di un altro minuto, davanti un fenomenale Dennis non aveva rallentato di un watt il suo ritmo e aveva portato in carrozza ad alta velocita il suo compagno Teo e il compagno di squadra di Wilco, Hyndlei, all’inizio dell’ultima salita dove, appena iniziata, si sarebbe spostato sfinito come una macchina che finisce la benzina.

Era solo un gioco tra Hyndlei e Goghegan Hart, ma se qualcuno aveva ancora dubbi sulla tattica della SunWeb, e su possibili screzi tra i due compagni di squadra, la salita inedita e bellissima verso i Laghi di Cancano ha tolto ogni dubbio, con il giovane e freschissimo australiano che non avrebbe dato un solo cambio al potente inglese, scattando in volata e andando a prendersi una vittoria storica.

Teo gli lasciava la tappa quasi rassegnato ma con lo sguardo che diceva che niente era ancora finito, che Sestiere domani e la crono di Milano Domenica saranno corse alla Morte dal lui e da tutta la Ineos Granadier che comunque vada a finire è la squadra regina del Giro 2020, una squadra che in Sicilia sembrava aver perso tutto ed invece era ancora lì a giocarsi la Rosà e accendendo un Giro troppo spento.

Pello Bilbao dietro staccava Fulsang provando una rimonta vana ma guadagnando qualcosa in classica, mentre ancora più dietro Wilco pedalava con lo sguardo fisso in avanti pensando una sola cosa, prendersi quella maglia rosa che gli era sfuggita di poco nelle tappa precedenti.

E con una grinta immensa l’olandese tagliava il traguardo con due minuti e sedici sul compagno di squadra e si vestiva di Rosa per soli 12 secondi.

La classifica ora vede Kelderman primo, Hindley a dodici secondi, Geoghegan Hart a 15.

Quindici secondi dividono i primi tre in classifica con Pello Bilbao quarto a un minuto e diciannove e Almeida a due minuti e 16 secondi.

Il nostro Squalo Nibali ottavo a quasi sei minuti e Masnada

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