APPENNINO E CORONAVIRUS: Seconde case e alberghi

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La nuova ordinanza del presidente di Regione, Stefano Bonaccini, permette ai proprietari di seconde case lo spostamento con ritorno in giornata.  Se abbia fatto bene o meno lo sapremo tra 15/20 gg, lascia qualche dubbio il tempo concesso, perchè in 24 ore obiettivamente non si può andare, tornare e fare dei lavori anche minimi. Però sta di fatto che si è visto un aumento nel traffico verso l’Appennino e  numerose finestre aperte con gente in movimento nei paraggi.

E’ logico aspettarsi un boom nelle vicine seconde case perchè al momento vengono accantonati i viaggi all’estero e la vacanza al mare (plexiglass o meno) lascia ancora qualche interrogativo.

Dunque si riaprono le case dei nonni, si risvegliano quelle dei genitori, si aprono le finestre ad ambiente forse un po’ trascurati…o subaffittati. Le belle giornate permettono anche i lavori molto veloci, in attesa di nuovi rallentamenti che lascino lavorare in modo più completo.

E gli alberghi ? Dopo un inverno senza neve e un periodo pasquale già bloccato per il virus, i gestori sono in attesa….

“Siamo pieni di perplessità e di paure – mi dice uno dell’Alto Reno che vuole mantenere l’anonimato – vediamo cosa succederà fra 2/3 settimane dopo l’inizio di questa “seconda fase”. Nelle case isolate non so cosa sia successo, ma nei piccoli centri siamo stati tutti molto bravi e rispettosi. Ma adesso la montagna si sta popolando, arrivano dalle città..e cosa succederà ?: Mi auguro che tutto vada bene..  

E nel frattempo ?

Stiamo facendo degli incontri. Ci sono progetti che riguardano le famiglie e lo sport che una volta ci portava tanti clienti… purtroppo calati col tempo. Aspettiamo delle normative precise per la sicurezza di tutti.

Ci saranno problemi con gli alberghi un po’ datati

Ci saranno problemi per tutti. Lei s’immagini come faremo con le sale da pranzo, con la sala tv…quante persone ci potranno stare ? E per la colazione faremo i turni ? Abbiamo un tipo di clientela che sia per l’età che per le abitudini amano stare insieme per chiacchierare, per giocare a carte, per guardare la tv. Non ci sono solo quelli che vanno al Corno o nel bosco per una passeggiata e stanno via tutto il giorno. 

Dovrete fare degli spostamenti interni

Su questo sono d’accordo e ce lo aspettiamo,  dovremo fare anche delle spese. Per il mese di maggio non prevedo arrivi, e penso che anche in giugno sarà difficile, quindi tutti gli arrivi si restringono a luglio e agosto. Come possiamo prevedere di spendere 10/20.000 euro con tante incertezze ? E avremo anche le spese per il personale..per acquistare la merce che sarà consumata e che potrà andare in scadenza. Credo che tutto questo giustifichi le perplessità che credo non siano solo le mie…

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Un commento

  1. Certamente, un Appennino a due velocità. Le così dette seconde case, molte delle quali sarebbero da definire case di famiglia, visto che sono l’eredità di chi se le è costruite decenni e decenni or sono e che, poi, causa l’emigrazione forzata, sono rimaste quale bene e ricordi della famiglia con figli, nipoti e pronipoti che con parecchi sacrifici, spesso, le hanno tenute in piedi ed adeguate allo standard di vita di oggi. Certo, dette case, appena sarà possibile saranno le residenze di nonni e nipoti, visto che scuole ed asili sono chiusi e che, ormai è istituzionalizzato in Italia, che gli asili li debbano fare i nonni, visto, anche quando non c’è la pandemia, di asili ce ne sono pochi e quelle famiglie che hanno i genitori ancora un po’ in gamba, parcheggino gli infanti da loro. Piccola osservazione : su tutti i media leggiamo o ascoltiamo che il Italia le culle sono vuote. A qualcuno dei nostri politici è mai passato per l’anticamera del cervello che l’Italia è l’ultimo dei paesi civili per strutture atte ad accogliere bambini ed il primo per prelievi sulle modeste pensioni delle persone anziane ? Torniamo all’Appennino. Certo, le prospettive per la maggioranza delle strutture alberghiere, rimanendo in essere le regole delle distanze fra le persone, non sono delle più favorevoli. Unica, e remota, possibilità, per chi disponga di uno spazio aperto o verde, montare una struttura atta a fungere da sala di ritrovo. Ma qui insorgono due problemi : il costo e la burocrazia. In questo tempo di vacche magre chi ha i danari per simili lavori? E qui deve intervenire la mano pubblica sia sul campo di finanziamento dell’opera, dalla progettazione all’esecuzione, e riuscire a mettere la mordacchia ad una burocrazia demenziale che farà di tutto per impedire detti lavori. Le scuse, a norma delle 160.000 disposizioni burocratiche e dei relativi milioni di chiose, interpretazioni, mali del gomito e quant’altro, ce ne sono a volontà. Le cifre citate sono reali, il paese, dopo l’Italia, in Europa, di disposizioni burocratiche ne ha 8.000. E qui necessitano tempi brevi, non si può arrivare a Ferragosto per consentire alle aziende che operano nel turismo di prepararsi alla stagione estiva. Mi auguro che, almeno questa volta, il mondo politico capisca di dover essere al servizio dei cittadini e, specialmente, di chi opera in zone disagiate.

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