Monteacuto delle Alpi – Foto consorzio corno alle scale

 

Era un’importante via di transito transappenninico di mercanti e pellegrini. Ha frequentazioni da alcune migliaia di anni e fin dopo la II G.M., almeno nelle zone di valico. Il percorso parte, praticamente dalla Via Emilia ed in taluni casi dalla pianura. Onde focalizzare le zone di ripristino in quota, penso di partire da Gaggio Montano, anche se sarebbe più logico da S. Lucia di Roffeno, sede di un antico convento. Il tragitto, partendo da Gaggio (Gajum regium) passa per Gabba, Grecchia, Querciola, Passo de La Masera per attraversare Camprenna (toponimo etrusco) Sasso, Pozzo, e giungere a Lizzano in Belvedere.

Gaggio Montano

 

Grecchia e Sasso sono citati nell’editto di Astolfo del VIII secolo. Nel tragitto vi sono edifici antichi e edifici religiosi di una certa importanza ed antichità. Da Lizzano si prosegue passando per Casale e giungere a Porchia (il passaggio) sul torrente Silla. Da qui si risale la dx idrografica del Torrente Baricello in zona denominata La Faùsta dove nel 1800 vi era anche un’osteria. Si giunge al Mulin d’la Squaja dove inizia una mulattiera per Monteacuto delle Alpi. Da detto mulino si può fare una breve deviazione per visitare il Santuario della Madonna del Faggio sito a monte. Da Monteacuto si procede lungo il crinale in direzione Sud passando di fianco ai ruderi di un piccolo agglomerato di case chiamato La Caffa, molto probabilmente della seconda metà del 1500. Sempre lungo il crinale, senza ripidi dislivelli, si giunge al Rifugio della Donna Morta. Da qui, sempre per un sentiero facilmente agibile, si arriva ad un primo passo detto Bocca del Lupo e, dopo poco, all’importante valico di Porta Franca che mette in comunicazione con Gavinana e Maresca in area toscana. Gli aspetti storici dei posti attraversati sono importanti.

Lizzano in Belvedere: il Delubro   – foto Bologna Welcome

 

A Lizzano è noto il Delubro, molto più esattamente un battistero di epoca bizantina, a Casale, nell’800, furono trovate vicino alla sorgente sita di fianco al borgo, offerte votive etrusche. Monteacuto è paese storico di primaria importanza. Oltre ad essersi conservato senza deturpazioni edilizie, possiamo ricordare che nel 1200 con un trattato sui confini e sui traffici in Appennino tra Bologna e Pistoia, quest’ultima chiese che il trattato fosse sottoscritto anche da Monteacuto, al fine di avere la garanzia di libertà di transito. Nel 1300 il maggior contribuente del Comune di Bologna era un mercante di Monteacuto. Dal nome, forse, di Pianaccio. Questi paesi, Pianaccio e Monteacuto, dovevano il proprio benessere per essere sedi di mercanti di notevoli capacità imprenditoriali. Basti leggere il Calindri nel suo Dizionario Corografico del 1785. Che queste zone fossero trafficate nel più lontano passato lo dimostrano i ritrovamenti di punte di frecce di selce ed altri manufatti di età meso-neolitica trovati in zona oltre la toponomastica. Un nome per tutti : Monte Gennaio, dal latino Mons Januarius (Monte delle Porte o Passi ) . Infatti detta cuspide piramidale si trova ad avere il Passo di Porta Franca ad Est ed il Passo del Cancellino ad Ovest oltre ad una cospicua fonte nel mezzo. Detta cuspide è visibile sin da Pisa e da tutti i crinali che dalla via Emilia si inerpicano tra le valli del Samoggia, Reno e Savena.

Sistemare e pubblicizzare questo antichissimo tragitto significherebbe dare impulso all’economia di una serie di borghi e paesi storici, oggi un po’ dimenticati.

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