PROTEZIONE CIVILE E-R: Maltempo, rottura argini nel Bolognese, messa in sicurezza in sette località

Chiuse sei falle sui fiumi Idice, Quaderna, Santerno e Savena abbandonato. Avvio del ripristino e conta dei danni

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Rottura Quaderna II

 

Bologna – Durante l’emergenza maltempo dell’ultima settimana, la criticità maggiore riscontrata nel Bolognese è stata quella relativa all’esondazione del fiume Idice a Budrio, che ha interessato un tratto di 40 metri, in prossimità di via Viazza in destra, poco distante dalla ferrovia.

L’esondazione di Budrio, sopraggiunta nel pomeriggio di domenica 17 novembre, ha prontamente mobilitato la macchina dei soccorsi con il sindaco Maurizio Mazzanti in prima linea al fianco dei tecnici comunali, della Polizia locale e delle Forze dell’ordine, a sovraintendere sin dalla tarda mattinata le operazioni di evacuazione dei residenti interessati dall’evento, per l’occasione ricoverati e assistiti nel palazzetto dello sport cittadino.

Sul posto erano presenti, ognuna per la propria competenza, l’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile (Servizio Area Reno e Po di Volano) e il Consorzio della Bonifica Renana con i propri tecnici, i Vigili del fuoco e i volontari della protezione civile, che hanno lavorato incessantemente per poco più di 48 ore per chiudere la falla e ricostruire l’argine in tempi record, lasciando alle spalle giorni di fatica e preoccupazione cominciati nella giornata di sabato.

Poco distante dall’Idice, anche il fiume Quaderna ha rotto gli argini in sinistra idraulica in due punti distanti fra loro. I tecnici della Regione sono intervenuti nelle prime ore della domenica 17 novembre per ripristinare una criticità a monte di via dell’Olmo, nel Comune di Medicina, al confine con il Comune di Budrio. Pur essendo la falla di pochi metri, sono state evacuate due abitazioni e i primi lavori di messa in sicurezza si sono conclusi nel tardo pomeriggio della stessa giornata.

Rottura Quaderna IPoche ore più tardi la stessa ditta intervenuta in via dell’Olmo, è stata dirottata a valle, in località San Salvatore, sempre nel territorio medicinese, dove si è aperta un’altra falla più importante e impegnativa, in quanto le condizioni impervie, la viabilità precaria (cavedagne sature di acqua) e il buio, non permettevano di raggiungere la zona esondata e distante un chilometro dalla strada comunale. Si è quindi dovuto attendere le prime luci per intervenire in sicurezza usufruendo delle cavedagne adiacenti e confinanti con il Canale Emiliano Romagnolo. Anche in questa località si è reso necessario evacuare temporaneamente circa quindici persone. L’intervento di messa in sicurezza si è concluso nella tarda serata di lunedì.

Altre due criticità si sono registrate sul fiume Santerno e sul fiume Savena. Nel primo caso, il Santerno è esondato in più punti in località San Prospero e Zello, nel Comune di Imola. L’allagamento in zona Zello ha interessato l’area di cava di proprietà del CTI, area ribassata che ha consentito la laminazione di un ingente volume d’acqua provocando danni al cantiere, ma non ad abitazioni. Il sormonto in sponda sinistra ha interessato alcuni campi in località San Prospero. I tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile, prontamente intervenuti, attorno alle ore 12.00 di domenica, hanno predisposto la realizzazione di due piccoli arginali di contenimento per evitare che l’acqua di esondazione interessasse le abitazioni localizzate nell’area più ribassata. I lavori di messa in sicurezza si sono conclusi in serata grazie al pronto intervento di una impresa locale e al consenso dei proprietari dei terreni vicini da cui si è prelevato il materiale.

Per quanto riguarda la piena del torrente Savena Abbandonato, registrata attorno alle ore 12:30 di domenica 17, ha generato due rotture. La prima nel comune di Malalbergo, in località Boschi: l’argine si è rotto nel pomeriggio probabilmente causato da un collasso della struttura estrema per la presenza di qualche discontinuità, riversando ingenti volumi d’acqua nelle adiacenti campagne.Savena abbandonato

Poche ore più tardi si è presentata la rottura nel Comune di Granarolo, in località Lovoleto.  L’infiltrazione delle acque sull’argine sinistro di quel tratto del torrente, causato anche dalla presenza di numerose tane occultate dalla vegetazione, ha generato un cedimento dell’argine con conseguente allagamento delle campagne circostanti.

Sempre sul Savena Abbandonato, nel Comune di Granarolo, si sono registrate anche due situazioni precarie su cui bisogna intervenire per ripristinare il regolare flusso dell’acqua. La prima è in località Casette di Cadriano, dove la piena ha causato lo sradicamento e la caduta dentro l’alveo di consistente vegetazione. Nel secondo caso, in località Cadriano-Via Golena di Savena, si è rilevato un grosso smottamento sulla sponda destra, di circa 100 metri, crollata nel corso d’acqua.

In tutte le zone di intervento in cui si è operato per chiudere le falle procurate dal maltempo e si sta ancora lavorando incessantemente per tornare alla normalità in attesa di completare il ripristino delle opere di difesa idraulica. Si tratta di operazioni di aspirazione delle acque dalle abitazioni, pulizia di cascine e case, sgombero delle stalle e delle campagne dalle carcasse di animali, pulizia strade, rispristino delle stesse strade danneggiate dai mezzi pesanti coinvolti negli interventi e in ultimo la conta dei danni.

L’allerta rossa meteo-idro è durata da sabato 16 novembre a mercoledì 20 novembre. Contestualmente è stata attivata la Sala operativa del Servizio Area Reno e Po di Volano, situata nella sede di viale della Fiera 8, a Bologna, presidiata ininterrottamente dal personale in servizio dalle 20:30 di sabato 16 alle 19:00 di mercoledì 20 novembre, con turnazioni che hanno coinvolto da 3 a 4 persone, più un rappresentante dei volontari di Protezione civile e, a partire da lunedì sera, anche da un rappresentante dell’esercito italiano e alcuni colleghi della direzione centrale dell’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile.

Sul territorio sono stati impiegate, a rotazione, più di 30 persone fra tecnici e sorveglianti idraulici per il monitoraggio dei corsi d’acqua, la riparazione delle rotte e la ricognizione dei dissesti sulle zone di monte.

Solo i mezzi utilizzati dai tecnici della Regione erano 15, ma non dimentichiamo quelli utilizzati dai singoli comuni coinvolti, dai volontari della protezione civile (compresa la torre faro) e quelli delle ditte intervenute con camion e mezzi pesanti come i Dumper, i grossi autoveicoli con cassone, senza i quali non si sarebbe riuscito ad intervenire in zone difficilmente raggiungibili a causa del fango.

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