Ho letto della enorme massa di danaro che verrà investito in Arabia Saudita per la costruzione di un impianto totalmente artificiale di sci. Non sarebbe il primo. Senza arrivare a spese di tale entità, in vari posti si è provveduto alla costruzione di impianti da sci con fondi di plastica. Uno degli esempi più noti è quello costruito sopra il termovalorizzatore di Copenhaghen , ma ve ne sono altri sparsi un po’ ovunque. Le ragioni di queste costruzioni sono diverse che però portano alla stessa conclusione : disporre di un impianto da sci vicino e , addirittura, nella stessa città. Vediamo quali sono queste ragioni. La prima, ben esplicitata da chi opera nel settore sciatorio, è che la maggioranza di chi pratica questa sport, lo fa quasi esclusivamente per scendere e risalire. Il piacere delle cime imbiancate, di un mondo ovattato nella neve è stato sostituito dalla esclusiva prassi atletica della discesa fine a sé stessa. D’altronde non è che molte delle piste da sci in montagna abbiano chissà quale fascino ! Si tratta, il più delle volte, di toboga di neve sparata circondate a destra e a manca da distese di sassi e di erba secca. Praticare detta disciplina altrove non cambia molto specialmente se il fine è solo quello di scendere con un paio di sci ai piedi. Vi è poi da aggiungere il tempo ed il costo da spendere per raggiungere le zone ove sciare. Passare una domenica a sciare significa, spesso, mettere nel conto dalle quattro alle sei ore d’auto fra andata e ritorno, ovvero quasi la metà del giorno di festa lo si passa seduti in auto a guidare. Se per scendere sci ai piedi lo si può fare a 10 o 20 minuti da casa, cosa importa se la pista è di materiale plastico ! Resta più tempo per per l’apericena, per qualche ballo e per altre cose da riempire la giornata senza stare alla guida dell’auto spendendo soldi in carburante ed altro. Quindi quelle città che sono prossime a colline o hanno un grosso termovalorizzatore possono già pensare di disporre di un impianto da sci da utilizzare 12 mesi l’anno certe di un parco clienti piuttosto sostanzioso. Come mai in Italia non si è ancora diffusa detta tipologia di impianti ? Penso che la ragione principale, non l’unica, sia legata alla enorme massa di appalti ancora legati agli impianti a fune in montagna e che vengono gestiti, primariamente, dal mondo politico. L’altra è che ancora non vi è un mondo imprenditoriale che decida, in simbiosi quello politico-amministrativo, di dirottare fondi a tali nuovi impianti e relativi appalti. Continuando la Crisi Climatica a far salire in quota le “nevi perenni”, ghiacciai compresi, prima o poi esploderà anche detto business.