Sic transit gloria mundi

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Faccio un salto indietro di almeno 66-67 anni . Eravamo una combriccola, a Bologna, di giovani appassionati d’arte, chi di musica, chi di pittura, chi di scultura, chi di incisioni ed altro. Ci trovavamo, spesso, a casa di una coppia di fratelli, lui e lei, in Via Santo Stefano, entro porta. I genitori, insegnanti, erano, tra l’altro, molto contenti di vedere questi giovani trattare di argomenti culturali. Vi è poi da dire che in estate la famiglia di lui e lei, figli compresi, passavano le ferie estive a Lizzano. Erano abituali frequentatori del ristorante di mia madre, l’Albergo Stella d’Italia. E così, anche in Appennino, trattavamo di argomenti artistici, visto che vari componenti della combriccola venivano a passare alcune settimane con noi. In quel tempo, e per vari anni a seguire, facevo parte di una jazz band, suonavo il sax contralto. Vari componenti della jazz band venivano a trovarmi e, spesso, scendevo a Bologna per vari concerti. Avemmo così la giovanile idea di poter organizzare, anche a Lizzano, un Festival del Jazz. La cosa non si concretizzò, ma alla Sala Cristallo, tenemmo varie sedute di musica, concerti è un po’ troppo impegnativo. Vi è da dire che allora in detta Sala Cristallo si esibivano fior di cantanti, di musicisti e di complessi di rinomanza nazionale. Era, poi, un luogo ove avvinghiarsi in danze con la bella del cuore di quel momento. Non era l’unico sito ove intavolare relazioni sentimentali, vi era la famosa Rotonda ed un altro posto. Insomma, fra arte, musica ed amori estivi, Lizzano era veramente il non plus ultra. Lo fu per anni tal ché la sorella di chi ci ospitava in Via Santo Stefano, acquistò una casa a Lizzano. Il fratello, morto prematuramente nel 1998, un manico ad alto livello nella grafica, mi aveva donato, in quegli anni, una serie di disegni a sanguigna e a carboncino che ho quali quadri nella mia casa di Bologna. I nostri rapporti, a Bologna, non si sono mai interrotti, salvo, fatto naturale, la dipartita di vari componenti della Jazz Band,  sciolta a metà anni 70, altri artisti scomparsi nel tempo, ma i contatti con i sopravvissuti si sono sempre mantenuti. E così fra telefonate, visite a casa, frequentazioni delle varie mostre cui gli amici partecipano, i legami ci sono. E così ho saputo da un amico che tiene i contatti con quella che allora era la figlia di chi ci ospitava in Via Santo Stefano, che questa anziana signora, vedova ma con ancora la casa a Lizzano, vorrebbe ritornare in questo paese dell’Appennino a rinverdire i ricordi di quando era un bella ragazza, quando si parlava d’arte e di musica ed in quale vibrante humus culturale si viveva. Mi sono impegnato a fare da autista a lei ed un paio di coetanei al fine di trasportarli a Lizzano. Non so come comportarmi, cercherò di andare un po’ verso l’estate al fine di non trovarci in un paese da Day after, ovvero quasi completamente deserto anche nei giorni festivi. Di dibattiti e riunioni culturali manco a parlarne, neppure di concerti, musiche e mostre. Un signore che conosco mi comunicò, tempo fa, di essere entrato in un albergo della zona e di essersi confuso con un ritrovo geriatrico. Certo, anche noi non siamo giovani virgulti, ma essendo chiuso qualsiasi ritrovo ed opportunità di incontro e divertimento per i giovani, trovarsi ad incontrare persone iper datate è normale. Non è normale, tra l’altro, la cancellazione di qualsiasi forma culturale. Ma sembra che la cosa vada di gran moda in queste zone, meno giovani, meno confusione e più pax eterna. Amen.

 

Vittorio M.

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