CALCIO: Bologna, la comunicazione porta alla vittoria

Ancora errori in difesa, ma la buona giornata dell'attacco ha conquistato una vittoria importante

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Barrow – foto transfermarkt

 

Bologna, la ‘comunicazione’ porta alla vittoria

Nella settimana in cui il Covid-19 torna a correre velocemente e il Governo ferma alcuni settori produttivi (siamo peraltro in attesa di nuovi provvedimenti restrittivi), e in Francia il terrorismo colpisce di nuovo, siamo qui a parlare di calcio al netto dei dovuti interrogativi.

I campionati, seppur si ritagliano fette di attenzione importanti, proseguono nella più totale incertezza, vedasi il caso Reggiana dopo quello del Napoli: nonostante i 22 tesserati (di cui 18 giocatori) risultati positivi al Covid, al club emiliano non gli è stato concesso il rinvio della gara. Secondo la Lega di Serie B aveva “esaurito” il bonus. Decisione opinabile che lede non solo la lealtà sportiva, ma anche il buon senso.

Divagazioni relativamente a parte, parliamo delle vicende rossoblù. Al di là del risultato scaccia crisi, che il Bologna si è lecitamente conquistato, importante quanto si voglia per la classifica, c’è un argomento su cui vale la pena soffermarsi: la comunicazione di Sinisa Mihajlovic.

L’allenatore dei felsinei pare aver finalmente aperto un varco comunicativo con i propri giocatori: contro il Cagliari, anche alla luce dei cambi tattici ragionati e fatti con criterio, diversamente da altre volte, si è vista una squadra determinata a fare risultato.

Non a caso parliamo di comunicazione, invocata a ragion veduta proprio dall’allenatore serbo alla vigilia del match contro i sardi. Il Mister ha posto l’attenzione sulla socializzazione venuta meno, di questi tempi, per l’eccessivo utilizzo della tecnologia. “Sono sempre attaccati al telefonino, anche durante il ritiro pre-gara”.

Sia chiaro, il comportamento dei giovani non è sotto processo, ma Mihajlovic ha fornito un tema meritevole di attenzione. Fermo restando che lo stesso allenatore si debba interrogare se la sua comunicazione sia o meno efficace.

Più in generale, una riflessione andrebbe fatta sulla cura delle risorse umane: per lo meno le società professionistiche dovrebbero chiedersi se può essere efficace inserire nei propri organici anche profili motivazionali. Non è un dettaglio di poco conto.

Venendo strettamente alla vittoria di sabato, non è dato sapersi se il ‘sermone’ recitato dal Mister in conferenza stampa alla vigilia del match, abbia o meno sortito effetti speciali e non sappiamo neanche se la salita a San Luca sia stata ‘miracolosa’. Diciamo, piuttosto, che una somma di fattori ha determinato la vittoria: attenzione, determinazione e magari ci sta anche una fetta di fortuna, per non dire altro, che ogni tanto è lecita attendersi. Infatti, in questa circostanza nessun gol è stato messo in discussione dal Var di turno. E non è poca cosa.

Contro il Cagliari si è visto un bel gioco, funzionale in quasi tutti i reparti, contrapposto ad un ottimo avversario che, va detto, ha sfiorato il colpaccio fuori casa. Ricordiamo che sono andati in vantaggio per ben due volte.

Anzitutto il centrocampo è risultato funzionale e determinato a far girare la palla (Schouten e Svamberg sono stati quasi perfetti, come anche Dominguez nel finale di gara) e un attacco perfettamente guidato dall’infaticabile giocoliere Soriano, che oltre alla rete ha cucito minuto dopo minuto tutto il gioco offensivo dei rossoblù (le statistiche lo premiano come miglior giocatore: oltre alle 4 reti segnate su 14 tiri complessivi, per lui anche 3 assist in 567 minuti giocati).

 


Soriano – foto Calcio e Finanza

Oltre l’italo-tedesco, l’attacco questa volta si è giovato di un ritrovato Barrow (due grandi gol) e di un inarrendevole Guerriero, Orsolini (ben ritrovato anche a lui), rimasto sul pezzo per tutta la partita. Il giocatore azzurro non ha sbagliato una virgola al pari di Palacio. Sul giocatore argentino, vice campione del Mondo nel 2014, bisogna soffermarsi per dire che questa volta ha retto per quasi l’intera gara (a differenza dei match giocati con Lazio e Sassuolo) sfoderando perle di rara bellezza. Non è facile alla veneranda età di 38 anni, 39 primavere a febbraio.

La difesa purtroppo si è resa protagonista degli ennesimi errori, di gioventù (Tomiyasu e Hickey devono lavorare sull’anticipo e sulle posizioni da tenere nei confronti degli avversari). Solo con la Reggina, in Coppa Italia, il reparto non ha subito, ma in campionato le giornate in cui subiamo sono salite a 39. Troppe.

Tuttavia bisogna essere realisti e avere il coraggio di affermare che questa difesa difficilmente potrà invertire la tendenza. Subisce e subirà gol in quanto il modulo più offensivo adottato dall’allenatore espone la squadra a questo rischio. È inevitabile. Per risolvere il problema basterebbe fare gol, uno in più dell’avversario. Come è successo contro il Cagliari. Forse siamo sulla buona strada.

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