Non tutte le sciovie si demoliscono gratis

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Ho letto della demolizione della sciovia del Cupolino, inattiva dal 2007, comunicata dal Comune di Lizzano in Belvedere. Giudico positivamente il lavoro. Non era concepibile che, in una delle zone paesaggisticamente più piacevoli dell’Appennino, rimanesse in essere una struttura facente a pugni con l’ambiente. Scorrendo il testo informativo ho poi appreso che questa “chicca” sia l’antipasto per la demolizione della “vecchia” seggiovia direttissima (con ancora parecchi anni di vita) con un nuovo impianto di seggiovia che giungerà nei pressi del Lago Scaffaiolo. Se ne potrebbe concludere che il lupo perde il pelo ma non il vizio. In parole povere si potrebbe ipotizzare che la nuova seggiovia funga da ingranaggio di partenza per il Mega Collegamento Galattico con la Doganaccia e con l’Abetone, più derivazioni locali, vedi Cimone. Questa “nuova” seggiovia fu definita “Opera Fondamentale” in ambito Regionale. Risulta difficile, comunque, credere che una seggiovia possa dare effettivi contributi alla risoluzione dei gravi problemi che affliggono l’Alto Appennino Bolognese, ovvero Comune di Lizzano in Belvedere che dir si voglia. Alcune di queste problematiche sono comuni all’intera Valle del Reno. Ne accenno alcune : Mancanza di istituti di istruzione adeguati alle necessità del 3° Millennio, infrastrutture inadeguate, viabilità da metà 800, servizi di trasporto spesso guasti o non adeguati alle necessità della popolazione, collegamenti informatici spesso assenti, carenza di personale sanitario ed altro ancora. Queste problematiche si aggravano proprio salendo in quota verso il Belvedere. Non è casuale che tale comune da primo per reddito, 50 anni fa, sia scivolato verso i fanalini di coda. Che il rapporto anziani/giovani sia a svantaggio di questi ultimi, che l’età media degli addetti al lavoro abbia superato gli anni 51, che vi sia una fuga di giovani quasi inarrestabile, costante chiusura di attività imprenditoriali specialmente nell’ambito turistico-ricettivo, che molte aree, spesso con seconde case, non abbiano un collegamento informatico, assenza totale di aree destinate al campeggio di roulotte e camper, costante cancellazione di manifestazioni culturali o di intrattenimento per giovani. Ma allora, qualcuno potrebbe chiedersi, questa frenesia per gli impianti a fune che dovrebbero, dovrebbero, risolvere tutti i problemi, su quali basi si fondano ? I più maliziosi potrebbero fare riferimento alla pag. 133 del volume “Dizionario della stupidità” di Piergiorgio Odifreddi nel capitolo “Grandi opere” nel quale leggiamo :” E’ un segreto di Pulcinella che le grandi opere esistano per elargire finanziamenti pubblici : in massima parte alle imprese private, tramite i lavori di costruzione delle opere stesse, e in minima parte (il famoso 10%) ai funzionari pubblici, tramite le tangenti. Oltre ad essere grandi furti di soldi pubblici, spesso le grandi opere sono grandi stupidaggini”. Evito qui di elencare svariate opere pubbliche che non hanno apportato alcun beneficio ai cittadini ma che sono risultate uno sperpero di danaro del contribuente. Concludo facendo riferimento ad un altro libro di Piergiorgio Odifreddi (matematico) avente titolo “La democrazia non esiste” con riferimento alle pag. 154-156 nelle quali si dimostra come la presunta “Democrazia” si sia trasformata in una partitocrazia, ovvero come decisioni fondamentali per la gestione della Cosa Pubblica vengano prese in segreterie di partito ed imposte alla cittadinanza senza alcun controllo del “Demos” ovvero del popolo. Ricordo qui che Democrazia significa “Il popolo che governa” e non il “Popolo che viene governato” . Quando si ha il fraterno abbraccio fra segreterie di partito e Grandi opere, i risultati sono : viadotti che crollano dopo 8 giorni dall’inaugurazione, opere totalmente inutili ma costose, ponti senza manutenzione ma dal crollo facile, ecc ecc ed autostrade con un costo di 36 milioni il Km contro la media europea di 16 milioni il Km. Ritornando in Alto Appennino Bolognese auguro agli operatori economici impegnati in zona che, grazie ai nuovi impianti a fune, facciano tanti soldi, anche se le analisi di centri di ricerca universitari e specialistici si dimostrano piuttosto scettici su questo futuro Paese delle Meraviglie. Potrebbe anche darsi che questo Paese delle Meraviglie sia riservato alle aziende private degli appalti. Vedremo

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