Gli inverni prossimi venturi

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Lizzano in Belvedere – Foto Marchi

 

Quest’anno,a parte le roboanti esternazioni ad inizio Dicembre per una ventata di vento fresco che a taluni faceva presagire un inverno inizi anni 60 con l’attuale aggiunta di sbeffeggiamenti nei confronti dei climatologi, dopo pochi giorni, il solito giro dei venti ha fatto sparire tutti quei pochi cm di neve al Corno ed ha apportato un tepore tipicamente da fine primavera. Altro giro di venti, questa volta freschi con un po’ di neve che ha fatto aprire in pompa magna l’attività sciatoria il 13 e 14 Gennaio con un discreto apporto di sciatori. Un paio di giorni dopo si è scatenato il Dio della pioggia che ha sconvolto tutto e portato il solito clima da inizio estate in montagna. Tanto per fornire le cifre, una settimana fa a Bologna la temperatura max. era di 12°,6 a Lizzano in Belvedere di 14°,6 ed al Corno 7°,6 . Via era più caldo in quota che in piano. Infatti, data la differenza in altezza, a Lizzano la temperatura avrebbe dovuto essere di 7°,6 , al Corno di quasi 3° sotto lo 0 . Il fenomeno si chiama inversione termica che la fa da padrona da quasi un mese e mezzo. Non è da dire che il 2023 sia stato tanto prodigo di nevicate e bel tempo in ambito sciatorio : nevicata, modesta, il 21 Gennaio, 11 presunte settimane di attività funestate da cinque settimane di brutto tempo con pioggia, fine di tutto l’11 Aprile con un tempo non dei migliori. Facendo riferimento a studi relativi a tempi di innevamento sulle Alpi e trasferendo detti dati, con i dovuti aggiustamenti, nella zona Corno, si evince che gli innevamenti, quelli naturali, sono diminuiti nello spazio di 60 anni di oltre 84 giorni. Non si possono prendere in considerazione gli spessori di tali innevamenti. Le prospettive sono di una continua diminuzione di tali giorni di innevamento valutabili in più di un giorno per anno. Considerando che eventuali investimenti multimilionari nel comprensorio sciistico debbano avere una vita di 20-25 anni, ciò significa che entro detto periodo si passerà dagli attuali 84 giorni a circa 110 o 115 giorni senza neve naturale. Dai fatidici 150 giorni di 60 anni fa si arriverà a 35 giorni, poco più di un mese o 5 settimane, a scelta. La temperatura continuerà a salire, non vi sono ragioni per ipotizzare una nuova Era Glaciale. Due giorni fa ho incontrato dei ragazzi/e di ritorno dallo sciare al Corno. Mi hanno detto che sciavano in un acquitrinio con una temperatura attorno agli 8 gradi. Questo inverno, ormai agli sgoccioli, può essere considerato l’antesignano di ciò che ci aspetta sulle nostre montagne in un futuro non tanto lontano. Come ho sempre detto, lo sci va mantenuto per ciò che può offrire senza voli pindarici in chissà quali radiosi futuri, ma si dovrebbero potenziare e valorizzare tutte quelle risorse che il territorio può offrire in altri ambiti quali : storia, cultura, ambiente, patrimonio artistico ed altro ancora. Purtroppo ciò che dico fa a pugni con le Grandi Opere Fondamentali ed i relativi appalti. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti : impoverimento della comunità belvederiana, fuga dei giovani, invecchiamento delle persone attive, chiusura di attività economiche ed imprenditoriali ed altro ancora. Ma sembra che siano tutti contenti di ciò e quindi ? Avanti così per la felicità della società in oggetto. Si badi bene che le previsioni climatiche sono di ambito statistico, mica la statistica di Trilussa ! Ovvero può benissimo esservi uno o più anni con nevicate precoci e consistenti, ma che nel medio e lungo periodo non inficiano il modello. Saranno invece molto importanti per gli aficionados degli appalti che suoneranno le trombe, più che Giosué alle mura di Sodoma, per dar via a consistenti spese, a carico del contribuente, per favolosi impianti a fune in Appennino, senza alcuno studio in merito, è ovvio, ma per arricchire gli abitanti della montagna come negli ultimi 40 anni. Se poi qualcuno si lamentasse delle carenze in ambito sanitario, nell’istruzione e nei trasporti, si dovrà dire che ciò che è successo è solo l’inizio.

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