Come spendere (meglio) i nostri soldi

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Mi è giunta notizia, non so se vera e ufficiale, della richiesta di operatori di impianti di risalita sciistici appenninici di avere sovvenzioni a causa dell’annata con scarsità di neve, temperature quasi estive e venti persistenti. Facendo riferimento all’idea del Mega Impianto Corno alle Scale-Doganaccia-Abetone con subitanea comparsa di milioni da Stato e Regioni, faccio queste considerazioni:
1° gli impianti a carico di enti pubblici o dello stato sono denari prelevati dalle tasche dei contribuenti, ovvero la solita emorragia di tasse
2° La loro manutenzione a chi è carico ? Se fosse ancora a carico degli enti pubblici ciò significa un ulteriore uso di danaro già prelevato dalle tasche dei contribuenti
3° Se a causa della crisi climatica o di annate invernale avverse, ovvero non proficue per lo sci, si finisse per far quadrare i conti degli operatori del settore con altro pubblico danaro, come dovremmo considerare la cosa ? Senza giri di parole si dovrebbe considerare la cosa come una tassa sulla mancanza di neve in montagna !
A questo punto sarebbe opportuno che si valutasse bene come spendere i soldi dei contribuenti. Di certo le aree montane soffrono per spopolamento, fragilità sociale, diminuzione di reddito ed altro. Ma destinare cifre sostanziose del pubblico danaro in una attività in forte riduzione quale lo sci nelle aree appenniniche, non solo finisce per non contribuire al miglioramento economico e sociale di chi abita in montagna, ma finisce per essere uno sperpero fine a sé stesso.
Il miglioramento socio-economico di dette popolazioni richiede una serie di misure che vanno dall’inserimento di corsi di studio anche a livello universitario, valorizzazione del patrimonio storico, culturale ed ambientale di ampie zone montane, rimettere in moto un volano imprenditoriale su basi produttive ed altro ancora. Tutto questo richiede profonde conoscenze delle aree in oggetto al fine di elaborare programmi in merito a quanto detto prima.
Alla luce del trend climatico degli ultimi 30 anni, pensare che il nostro Appennino risorga dalle ceneri e viaggi verso un ricco e luminoso futuro grazie a nuove seggiovie quadriposto o assimilati, aumento dei cannoni sparaneve ed apertura di nuove piste, con il corollario di sbancamenti, ruspe, strade e gettate di cemento armato, mi sembra una assurdità totale. E’ vero che per popolazioni alla canna del gas è facile cader preda di illusioni, ma, da contribuente e da sciatore, reputo improduttivo destinare sostanziose quantità di danaro pubblico a simili operazioni .
Ettore Scagliarini

 

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