Società violenta

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Foto da La Stampa

Mi ritorna in mente ( Lucio Battisti ? ) magari ! Più prosaicamente una sentenza emessa da un magistrato pochi anni or sono . I fatti furono questi : un candidato alla carica di sindaco fece una serie di promesse in campagna elettorale e poi, eletto, non mantenne le promesse fatte . Un cittadino lo definì un bugiardo, fu querelato e detto cittadino perse la causa con una sentenza che così si esprimeva :”Un uomo politico non è tenuto a mantenere la parola data “ . Mi ha profondamente colpito che un comportamento da sempre ripetuto meschino venga elevato in un determinato contesto, quello della gestione della cosa pubblica, a norma istituzionale . Pensiamo all’episodio di Pinocchio e del Gatto e la Volpe . La turlupinatura dell’ingenuo burattino ci ha sempre fatto apparire i due imbroglioni quali due loschi figuri ed espressione di una forma di violenza perpetrata ai danni di un fiducioso essere . Partiamo dal concetto che imbrogliare il prossimo è, comunque un atto di violenza . Dire una cosa e farne un’altra è una espressione di disonestà e quindi di violenza . Saliamo di grado . Chi mi imbratta i muri di casa, le porte e le serrande mi sta facendo della violenza danneggiando un mio bene . E’ così in molti paesi civili, ma non in Italia ove viene considerato “esuberanza giovanile”. Detta esuberanza giovanile che, salendo di esuberanza, si trasforma in bullismo, minacce agli insegnanti, pestaggi ed altro . Tutte manifestazioni molto esuberanti che vengo viste con molta accondiscendenza e prive di tirate di orecchie in primis ai genitori . Detta esuberanza si estrinseca anche nell’usufruire di mezzi pubblici gratuitamente come “gratuitamente” vengono devastati detti mezzi di trasporto . La cosa viene mistificata quale “disagio sociale” . Detta frase è il lenzuolo con il quale si cerca di coprire una dilagante mancanza di educazione . Se c’è una generazione che ha vissuto un “disagio sociale” è stata quella, come la mia, che uscita a 5 anni dalla seconda guerra mondiale ha iniziato a lavorare a sei anni, andando contemporaneamente a scuola, ha ricevuto un’educazione dai genitori del rispetto dei beni altrui, di cedere il posto sui mezzi pubblici a donne, anziani e disabili, di rispettare gli insegnanti e così via . Quando si andava in tram, allora a Bologna c’erano detti mezzi di trasporto pubblico, con mio padre, lui cedeva SEMPRE il suo posto a donne, anziani e disabili . Un simile esempio non si cancella nella mente di un bambino . I genitori di bulli, imbrattatori ed assimilati, ma che esempio danno ai figli ? L’educazione non si misura in € nel portafogli ma nel senso civico che si ha nella testa . E’ evidente che una società che accetta simili disvalori, si esprima in tutti i campi con simile coerenza . Un parlamento farcito di : pregiudicati, condannati, indagati, voltagabbana ecc. . Parlamentari, in gran parte avvocati, che approvano leggi incostituzionali, contrarie alle norme della Comunità Europea, leggi elettorali da paese di Pinocchio, vitalizi ad uso e consumo dei meno meritevoli ecc. ecc. . Non è questa una violenza fatta allo società ? Adesso leggiamo delle violenze del clan Casamonica ove gli pare e piace tenendo nel regno della paura il quartiere dove regnano a Roma . Non mi si venga a raccontare che nessuno delle Istituzioni sapesse di come andassero le cose . Venivano accettate come la pioggia quando piove, come ad Ostia dove si pestano giornalisti e si invita una giornalista “A pensare alla sua famiglia” in tribunale . Insomma cose normali come il giornalista preso a ceffoni per essersi azzardato a chiedere del vitalizio ad un parlamentare . Tutte queste manifestazioni di violenza hanno una certezza : chi le compie non paga dazio . Perché manca un adeguato “redde rationem “ ? Io credo per la semplice ragione che il mondo politico che come abbiamo visto ha in sé una tipologia di violenza, vada d’accordo con chi la violenza la esercita in modo contundente garantendo una forma di consenso . E qui ritorniamo al concetto della non esistenza della democrazia . Quando ero bambino gli usci di Bologna avevano, quando gli abitanti erano presenti in casa, la chiave nella toppa . Nessuno si sarebbe azzardato ad entrare in casa non sua senza chiamare il proprietario . Se non vi era risposta ci si allontanava . Oggi necessitano : porte blindate e corazzate, grate in acciaio alle finestre sino al terzo piano e via di questo passo . Le ragioni di questa escalation di autodifesa ? L’accettazione da parte delle istituzioni della violenza fatta nelle abitazioni da ladri, rapinatori ed associati . Coerentemente con il Paese di Pinocchio, chi rischia grosso è il rapinato in casa propria se reagisce . Comunque sia ogni persona, istituzione o legge è figlia del proprio tempo e delle sue consuetudini . Anche il mondo giudiziario, la Magistratura, vive in questa realtà e, conseguentemente, le sue sentenze, il suo modo di vedere ed interpretare la realtà sono quelle del “disagio sociale”. Il rapinatore che è vittima della società, l’assassino della moglie o della compagna è vittima delle “turbative sociali”, il bulletto che minaccia l’insegnante e pesta il compagno disabile ha le “turbative esistenziali “ e via così di turbative e disagi più inventati che reali . Non ci si chiede mai se la donna massacrata di botte dall’uomo con “turbative sociali” non sia anche lei vittima di “turbative sociali” oltre di violente percosse ? Il rapinato non è anche lui vittima della società oltre che della pistola puntata contro e delle percosse dei rapinatori ? Qui si è scivolato giorno dopo giorno nell’accettazione, sotto mentite spoglie, della violenza come prassi sociale; violenza spesso accettata e non perseguita . Non è casuale che abbiamo il primato europeo delle rapine nelle abitazioni, con delinquenti regolarmente il libera uscita dopo poco . Igor il russo è la punta di iceberg di questa accettazione, dopo rapine, eclatanti atti criminosi, è stato posto in libertà . Il risultato ? Ha ammazzato 6 persone . Il Magistrato che lo ha messo in libertà vada a convincere le famiglie degli uccisi che la sua opera è stata motivata dalle “turbative esistenziali” di Igor il russo . Come abbiamo visto vi è un filo che lega la sentenza “Un uomo politico non è tenuto a mantenere la parola data “ con il terrore e le violenze di clan e gli omicidi di Igor il russo , ed è legato alla trasformazione di una società nella quale la violenza, sotto qualsiasi forma, è una delle ragioni, se non la più importante del costume sociale .

Ettore Scagliarini

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