Cambiamenti epocali

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Anni fa, parlo degli anni 60-70-80 del secolo scorso, era costume fra vari amici e amiche, andare il sabato sera in qualche pizzeria, ristorante o luogo di degustazione di crescentine, fuori Bologna. Si partiva a bordo di alcune auto in combriccole di 8-10 persone se non di più , per trascorrere la serata a Monghidoro, Monzuno ed altri luoghi dell’appennino o delle zone collinari del bolognese. Si ritornava a tarda ora dopo una serata di lazzi, frizzi e cibi . Oggi la cosa è quasi scomparsa. Come mai ? Non credo che la ragione principale sia la spesa del viaggio, credo molto più realistica un’altra ragione di base : la assoluta mancanza di parcheggi a Bologna . La nostra città ha il (poco) invidiabile primato italiano, diciamo europeo, della città messa peggio per i parcheggi. Che impatto può avere questa carenza peggiorata da amministrazione ad amministrazione ? Il fatto che togliere l’auto dal parcheggio, al ritorno necessita passare delle mezze ore a cercare un buco dove metterla. E’ vero che se si mette in qualche sito alla meno peggio si ha la garanzia di una contravvenzione o di una costosa asportazione con carro attrezzi. D’altronde le amministrazioni devono fare cassa, è cosa nota, ed i milioni spesi per il Civis e per il People Mover stanno lì a dimostrarlo. Personalmente non ho mai sentito che negli ultimi decenni qual si voglia amministrazione abbia posto fra i suoi obiettivi il porre mano non dico a risolvere questo problema, fonte di inquinamento e di stress per gli abitanti, ma neppure di metterlo allo studio. Così la città, un vero monumento medioevale e barocco, si presenta come un gigantesco parcheggio per strade e piazze perennemente occupate da auto cui non è stata studiata alcuna soluzione decorosa di parcheggio. La soluzione, a sentire gli esperti, consisterebbe nell’andare a Monzuno o a Monghidoro in bicicletta, eventualmente anche con il cattivo tempo. A mio avviso la scelta del mezzo di trasporto dovrebbe essere una scelta personale legata a diverse ragioni : età, orari, tipo di trasporto, numero delle persone ed altro e non un’imposizione mascherata da pseudoecologia che, in pratica, si rivela per quella che è , una imposizione liberticida ed antidemocratica. Mettere in atto una quantità di norme tesa ad impedire l’uso, non l’abuso, di determinati sistemi di trasporto e di movimentazione significa limitare la libertà e le capacità decisionali delle persone.

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