Paesi e borghi abbandonati

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PAESI E BORGHI ABBANDONATI

Poco tempo fa lessi un elenco di paesi e borghi abbandonati o semi deserti in Italia. Ne parlai con un amico il quale mi accennò anche al fatto che talune amministrazioni avevano provveduto alla vendita di immobili di tali paesi a cifre miserrime con l’obbligo, per l’acquirente, di provvedere alla corretta gestione del fabbricato. Sembra che diversi stranieri abbiano provveduto a tali acquisti. Nella documentazione in mio possesso, vi erano le ragioni di tali abbandoni : frane, malaria, brigantaggio, alluvioni ed altre disgrazie.  Anche dalle nostre parti, Alto Appennino Bolognese, vi sono vari paesi e borghi se non totalmente abbandonati, ormai quasi deserti. “Ma allora quali sono le ragioni di un tale abbandono ? Frane, alluvioni, non credo la malaria, dimmi quali sono le cause” . Il mio amico mi ha formulato così la sua richiesta di informazioni più dettagliate. La mia risposta è stata semplice e, credo, abbastanza centrata :” La causa principale cui imputare almeno l’80% di tale negativo svolgimento è imputabile agli APPALTI “ “Appalti ? Spiegati meglio” La richiesta dello sbalordito amico . “ Vedi, da oltre 45 anni si sono impostate al Corno alle Scale delle seggiovie in sostituzione di sistemi di risalita quali le sciovie, utilizzabili solo d’inverno e da sciatori. Con le seggiovie l’utilizzo è anche estivo e pure da non esperti sciatori nella stagione invernale. La cosa sarebbe stata ottimale se, in concomitanza con tali cospicui investimenti di pubblico danaro, chi ha provveduto a tali opere era un ente pubblico, si fosse provveduto a valorizzare il notevole patrimonio storico, culturale ed ambientale della zona nella quale insistono diversi paesi e borgate. Si sarebbe potuto apportare turismo e lavoro a questi paesi e borgate. E così, sistematicamente, si è agito nella cancellazione di tale patrimonio storico, culturale ed ambientale. La ragione ? Forse in Alto Loco si è temuto che un apporto economico estraneo ai grandi appalti delle seggiovie, avrebbe potuto mettere in discussione talune scelte ed investimenti non proprio oculati. E così si è continuato per anni ad esaltare la proliferazione di seggiovie creando in una parte della popolazione, la illusione di un futuro Paese delle Meraviglie ove non vi fosse più necessità di una istruzione adeguata al mondo del lavoro attuale, di facili entrate economiche, di infrastrutture adeguate, basti pensare allo spaventoso ritardo del collegamento internet di ampie zone ove insistono seconde case, assenza di campeggi per camper e roulotte, abbandono di strutture di intrattenimento specialmente per giovani, cancellazione di corsi di musica estivi, di concerti per organo nelle nostre chiese ove vi sono organi anche storici ed altro ancora. Tutto ciò avrebbe portato ad una frequentazione turistica anche in paesi e borghi disassati rispetto alla direttrice Lizzano-Cavone. Vi è da sottolineare che tutto questo fervore per le seggiovie hanno, quale fine prioritario, la pratica sciatoria.” “ Ma allora chi opera lungo l’asse Lizzano-Cavone ne ha avuto ampi benefici.” ”Non proprio. Solo nel capoluogo e suoi immediati dintorni hanno chiuso più del 70% delle attività alberghiere, di ristorazione e di intrattenimento e, credo, circa l’80% delle attività commerciali. “” Scusami Ettore, ma questa gente non si accorge del progressivo collasso socio-economico legato ad una monocoltura come la definisci tu ?” ”Vedi, come scrisse Mark Twain, è molto difficile convincere le persone di essere imbrogliate, è assai più facile imbrogliarle”. D’altronde si è creato un mondo illusorio che, da un lato fa intravvedere un radioso futuro, verrebbe anche da pensare senza necessità di lavorare, visto che nel Belvedere non vi è più un fornaio. Quello del fornaio è una attività che richiede impegno, capacità e sacrificio e tutto ciò non collima con l’aspirazione al Paese delle Meraviglie. Non è casuale che a convegni su nuovi impianti a fune accorrano in massa, anche se per tali impianti non esiste alcuno studio di alcun genere, mentre non si è mai organizzato un convegno sull’adeguamento della istruzione, vista la fuga dei giovani, e neppure sull’utilizzo del patrimonio storico, culturale ed ambientale della zona a fini turistico-economici. La mia analisi che la presenza di paesi e borghi abbandonati o quasi desertificati nel Belvedere per essere confutata si dovranno portare dati statistici e di studio ad alto livello, vedi dipartimenti universitari, che, quando sono stati effettuati e presentati, sono andati proprio nella direzione di quanto da me esplicitato. Ci siamo salutati dal momento che era mia intenzione recarmi a Pianaccio, un paese del Belvedere che, oltre ad avere un piccolo centro storico ascrivibile al 1.200 , ha , nei dintorni, un insediamento del Mesolitico, oltre ad altre emergenze storico-culturali ed ambientali.

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