Umorismo all’italiana

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Ho un libretto di battute, barzellette e detti umoristici con ben 540 numeri, l’ultimo, il N°540, riporta la seguente battuta :”La legge è uguale per tutti”. Essendo una pubblicazione del 1991, significa che già 33 anni fa la frase era entrata nelle battute umoristiche. A dire il vero non è che le cose siano poi cambiate, in meglio no di certo, in peggio sicuramente. Ieri sera, qui a Bologna, girando per i viali, mi sono balzate agli occhi delle scritte luminose che riportavano il concetto che “Il rosso (semaforico) vale per tutti”. La cosa mi ha riportato alla mente un concetto espresso quasi 2.000 anni fa dai nostri antecedenti latini, quelli che hanno costruito ponti, viadotti ed acquedotti in perfetta funzione dopo tanti anni :”Istud quae non est dicere solet”. Tradotto per chi non mastica il linguaggio di Cesare o di Virgilio :”Di ciò che non c’è si parla e si straparla”. Che bisogno ci sarebbe di sottolineare che con il semaforo che segna rosso sia necessario, anzi, doveroso arrestarsi ? Vi è un, penso, dimenticato Codice della Strada, una LEGGE, che lo prescrive da tempi remoti. Vi è il ventilato sospetto che anche detto Codice faccia parte delle leggi che sono uguali per tutti. Parafrasando Orwell, indubbiamente vi sono utenti della strada per i quali detto Codice è più uguale e per altri è meno uguale. A parte i pedoni, lenti e vulnerabili, la categoria degli utenti cui è stato lasciato fare tutto ciò che pareva, in peggio, sono stati i ciclisti. Viaggiare di notte senza luci, contromano, in sensi vietati, sotto i portici, sui marciapiedi ecc. ecc. Un pedone, ammesso che voglia impegnarsi in un podismo atletico, può marciare ad una velocità tra i km3/h ed i 15 Km/h. Un ciclista può andare tranquillamente tra il Km 20/h ed anche i Km 60/h , in quest’ultimo caso se decide di fare il velocista giù per le strade in discesa di Bologna. L’energia di impatto cresce con il quadrato della velocità ed inoltre vi è un attrezzo metallico, la bici, a fare da ariete nell’eventuale scontro, poniamo caso, con un pedone. E’ poi quello che mi è successo dinnanzi all’uscio di casa sotto i portici di Via Nosadella con il ciclista che si è eclissato. Ricovero all’Istituto Ortopedico Rizzoli, 5 ore di sala chirurgica e perdita di gran parte delle capacità di deambulazione della gamba sinistra. Chi devo ringraziare di questo avvenimento ? In primo luogo quelle amministrazioni che hanno concesso carta bianca a questi ciclisti in dispregio alle leggi ed al vivere civile. Certo, i ciclisti sono “ecologici” e continuando a raccontare questa litania ci si è completamente dimenticati delle leggi e della civile convivenza. Qualcuno potrebbe suggerire che anche le due-tre-quattro ruote elettriche sono ecologiche e che quindi potrebbero imitare i ciclisti passando col rosso, contromano, in sensi vietati, sotto i portici ed altro, senza luci, ovviamente. Questo qualcuno si potrebbe essere dimenticato che detti mezzi di trasporto ecologici hanno la targa e quindi seguendo la logica di “Fare cassa” riverserebbero un mar di soldi per multe nel bilancio comunale. Ritorniamo alle bici. Lo sanno tutti che dietro a detti mezzi prolifera un mercato in mano a pusher e tossico, bici rubate. Qualcuno potrebbe domandarsi : “Come mai la stragrande maggioranza di tali bici sono senza impianto di illuminazione, spesso con freni semi inesistenti, in non pochi casi veri e propri rottami con due ruote ?” Il principio informatore di una simile congerie di oggetti mal tenuti deriva dalla Legge del Sacco di Immondizia. Anni fa un centro di ricerca fece il seguente studio : abbandonò un sacco di immondizia nei pressi di un cassonetto vuoto e perfettamente funzionante. In breve la maggioranza di coloro che si recavano a conferire il loro sacco di immondizia lo abbandonavano al suolo non preoccupandosi minimamente di conferirlo nel cassonetto. Lo studio fu proseguito in diversi quartieri ed il risultato fu sempre analogo. Quindi se in Alto Loco si decide di chiudere gli occhi sulle infrazioni commesse dai ciclisti, sulle inefficienze dei loro veicoli è inevitabile il dilagare del malcostume in tale parte degli utenti della strada. Se sotto il cartello dell’Ecologia si accettano abitudini e comportamenti incivili e pericolosi, è perfettamente inutile spender soldi in manifesti luminosi per specificare che tutti dovrebbero rispettare il rosso semaforico. Sarebbe più logico averci aggiunto una postilla di questo tenore “Ciclisti esclusi”.

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